Si definisce trombosi venosa profonda (TVP) l’ostruzione completa o parziale di una o più vene del circolo venoso profondo degli arti, dell’addome o della pelvi.
La TVP è una patologia vascolare potenzialmente severa perché può causare un’embolia polmonare (EP) quando il coagulo si stacca e attraverso il circolo sanguigno raggiunge i polmoni. L’EP ha un rischio elevato di morte improvvisa, precoce o tardiva: in assenza di un tempestivo trattamento anticoagulante adeguato questa temibile complicanza si può verificare fino al 50% dei casi nei primi tre mesi.
La trombosi venosa profonda si sviluppa, nella maggioranza dei casi, negli arti inferiori o nel bacino, ma, talune volte, negli arti superiori.1
Bibliografia:
- Manuale MSD. Versione per I professionisti. Disponibile al link: https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/disturbi-dell-apparato-cardiovascolare/patologie-venose-periferiche/trombosi-venosa-profonda#v940954_it
- Becattini C, Agnelli G. Acute treatment of venous thromboembolism. Blood 2020; 135(5):305-316.
- Speed V, et al. Venous Thromboembolism and Women's Health. Br J Haematol 2018 Nov;183(3):346-363.
- Di Folca A, Pesavento R, Alonzo U et al. SIAPAV: modello di percorso assistenziale della trombosi venosa profonda. Rev. 1.0 del 09/09/2013. Disponibile al link: https://www.siapav.it/pdf/Percorsi%20Assistenziali.pdf
- Freedman JE, Loscalzo J. Arterial and venous thrombosis. In: Kasper DL, Fauci AS, Hauser SL, Longo DL, Jameson JL, Loscalzo J, eds. Harrison's Principles of Internal Medicine. 19th ed. New York, NY: McGraw-Hil; 2015:740-745.
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Numerosi fattori possono contribuire all’insorgenza della trombosi venosa profonda.
Il cancro è un fattore di rischio per la trombosi venosa profonda, in particolare nei pazienti anziani e nei pazienti con trombosi ricorrenti.
La trombosi venosa profonda degli arti inferiori in genere è il risultato di:
- alterato ritorno venoso (ad esempio per prolungato allettamento);
- danno o disfunzione endoteliale (ad esempio dopo fratture di arti inferiori);
- ipercoagulabilità (ad esempio nei pazienti con malattie congenite della coagulazione).
Bibliografia:
- Manuale MSD. Versione per I professionisti. Disponibile al link: https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/disturbi-dell-apparato-cardiovascolare/patologie-venose-periferiche/trombosi-venosa-profonda#v940954_it
- Becattini C, Agnelli G. Acute treatment of venous thromboembolism. Blood 2020; 135(5):305-316.
- Speed V, et al. Venous Thromboembolism and Women's Health. Br J Haematol 2018 Nov;183(3):346-363.
- Di Folca A, Pesavento R, Alonzo U et al. SIAPAV: modello di percorso assistenziale della trombosi venosa profonda. Rev. 1.0 del 09/09/2013. Disponibile al link: https://www.siapav.it/pdf/Percorsi%20Assistenziali.pdf
- Freedman JE, Loscalzo J. Arterial and venous thrombosis. In: Kasper DL, Fauci AS, Hauser SL, Longo DL, Jameson JL, Loscalzo J, eds. Harrison's Principles of Internal Medicine. 19th ed. New York, NY: McGraw-Hil; 2015:740-745.
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- Età > 60 anni.
- Tumori.
- Fumo di sigaretta (compreso il fumo passivo).
- Alcuni farmaci chemoterapici (es., tamoxifene, raloxifene).
- Insufficienza cardiaca.
- Malattie congenite della coagulazione.
- Prolungata immobilizzazione.
- Cateteri venosi a permanenza.
- Trauma degli arti.
- Sindrome nefrosica.
- Obesità.
- Contraccettivi orali o terapia estrogenica.
- Gravidanza e puerperio.
- Precedente episodio tromboembolico.
- Intervento chirurgico negli ultimi 3 mesi.
- Traumi.
Bibliografia:
- Manuale MSD. Versione per I professionisti. Disponibile al link: https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/disturbi-dell-apparato-cardiovascolare/patologie-venose-periferiche/trombosi-venosa-profonda#v940954_it
- Becattini C, Agnelli G. Acute treatment of venous thromboembolism. Blood 2020; 135(5):305-316.
- Speed V, et al. Venous Thromboembolism and Women's Health. Br J Haematol 2018 Nov;183(3):346-363.
- Di Folca A, Pesavento R, Alonzo U et al. SIAPAV: modello di percorso assistenziale della trombosi venosa profonda. Rev. 1.0 del 09/09/2013. Disponibile al link: https://www.siapav.it/pdf/Percorsi%20Assistenziali.pdf
- Freedman JE, Loscalzo J. Arterial and venous thrombosis. In: Kasper DL, Fauci AS, Hauser SL, Longo DL, Jameson JL, Loscalzo J, eds. Harrison's Principles of Internal Medicine. 19th ed. New York, NY: McGraw-Hil; 2015:740-745.
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In circa la metà dei casi, la TVP non manifesta sintomi evidenti, quando è sintomatica, invece, nell'arto interessato dal fenomeno trombotico si manifestano uno o più dei seguenti sintomi:
- dolore;
- edema (accumulo di liquidi negli spazi interstiziali dell'organismo);
- discromia (alterazione del colorito della pelle);
- astenia (sensazione di stanchezza generalizzata, mancanza di appetito);
- colorazione livida o arrossamento della pelle.
Dopo un episodio di Trombosi Venosa Profonda (TVP), oltre al rischio di essere colpiti nuovamente da TVP (quindi di avere una recidiva), può svilupparsi una sindrome post-trombotica (PTS) con sintomi che vanno da:
- dolore lieve;
- gonfiore occasionale;
- rigonfiamento delle vene;
- dolore cronico;
- edema intrattabile;
- alterazioni cutanee;
- ulcerazioni alle gambe;
Il fattore di rischio più importante per lo sviluppo della sindrome post-trombotica è la ricorrenza nello stesso arto di TVP. La PTS è severa nel 25-33% dei casi e può portare ad un’insufficienza delle vene profonde e ulcere. L'uso di calze elastiche dimezza il rischio di sviluppare la sindrome post-trombotica.
Bibliografia:
- Manuale MSD. Versione per I professionisti. Disponibile al link: https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/disturbi-dell-apparato-cardiovascolare/patologie-venose-periferiche/trombosi-venosa-profonda#v940954_it
- Becattini C, Agnelli G. Acute treatment of venous thromboembolism. Blood 2020; 135(5):305-316.
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La diagnosi della TVP, in passato basata sull’esecuzione di indagini radiologiche invasive, è attualmente facilmente eseguibile con metodiche di immagine non invasive, ecografiche o radiologiche, generalmente caratterizzate da una buona accuratezza diagnostica.
L’iter diagnostico complessivo della TVP è basato sull'utilizzo di esami del sangue e di tecniche diagnostiche per immagini, in combinazione con una stratificazione del rischio basata sui sintomi clinici e su caratteristiche del paziente.
Esami del sangue e diagnostica per immagini
- Esame del D-dimero ematico: attualmente, i pazienti considerati a basso rischio inferiore per TVP vengono in genere valutati per la prima volta mediante l’esame del D-dimero del sangue. Il D-dimero è un composto che si forma quando la rete di fibrina, che è una componente del trombo, si dissolve. Un test del D- dimero positivo non è sufficiente per stabilire una diagnosi di TVP. Il test del D-dimero è considerato invece più utile per escludere una TVP nei pazienti con una scarsa probabilità di avere una TVP, in modo da evitare in questi casi ulteriori esami.
- Ecografia Venosa: i criteri diagnostici principali per la TVP sono la perdita di comprimibilità delle vene; questa condizione può essere valutata mediante gli ultrasuoni. Una speciale applicazione degli ultrasuoni, denominata ecografia Doppler o ecocolor Doppler venoso, consente di misurare la direzione e la velocità delle cellule del sangue mentre scorrono nelle vene.
Bibliografia:
- Manuale MSD. Versione per I professionisti. Disponibile al link: https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/disturbi-dell-apparato-cardiovascolare/patologie-venose-periferiche/trombosi-venosa-profonda#v940954_it
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Per la trombosi venosa profonda, l'obiettivo terapeutico principale è prevenire l'embolia polmonare. Può essere necessario il ricovero in una prima fase, ma grazie ai progressi del trattamento farmacologico, alcuni soggetti con trombosi venosa profonda possono essere trattati a domicilio. Il riposo a letto non è necessario se non per contribuire all’attenuazione dei sintomi.
In genere il trattamento prevede:
- farmaci anticoagulanti;
- farmaci trombolitici;
- filtro per i coaguli: se gli anticoagulanti non vengono tollerati, hanno provocato effetti indesiderati gravi o non sono riusciti a prevenire la formazione di altri coaguli, si può posizionare un filtro (ombrello) all’interno di una vena di grosse dimensioni tra il cuore e la zona colpita dalla trombosi venosa profonda.
Prevenzione della patologia1
Alcuni accorgimenti nella vita di tutti i giorni possono essere di aiuto nella prevenzione del Tromboembolismo Venoso:
Movimento
Il movimento è un alleato prezioso e quindi mantenersi attivi è molto importante; diventa obbligatorio farlo, particolarmente dopo essere stati costretti a letto per malattia, interventi chirurgici o trauma.
Quando si deve star seduti per lunghi periodi di tempo, ad esempio quando si viaggia per più di quattro ore, si previene la formazione di trombi con semplici accorgimenti:
- alzarsi e camminare ogni 2 o 3 ore;
- fare esercizi da seduti che mettano in movimento le gambe:
- alzare e abbassare i talloni, mantenendo le dita dei piedi sul pavimento, alzare e abbassare le dita dei piedi, mantenendo i talloni sul pavimento, contrazione e rilassamento, in più sequenze, dei muscoli delle gambe.
Vestiario
Tutto ciò che stringe e costringe deve essere evitato; bisognerà quindi indossare abiti comodi evitando i capi di abbigliamento costrittivi (es. busti, corsetti), con elastici o l'uso di cinture/cinturini.
Controllo del peso corporeo
È possibile ridurre il rischio di Tromboembolismo Venoso (TEV) con il mantenimento di un peso corporeo normale; sarà da evitare, quindi, lo stile di vita sedentario e andranno privilegiate quelle abitudini salutari (attività fisica e alimentazione sana ed equilibrata) che ci consentono di stare in forma.
Consigli medici
Dopo un episodio di TEV è fondamentale attenersi alle raccomandazioni del medico e del personale sanitario che ci ha prestato assistenza durante la fase acuta della malattia.
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- Manuale MSD. Versione per I professionisti. Disponibile al link: https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/disturbi-dell-apparato-cardiovascolare/patologie-venose-periferiche/trombosi-venosa-profonda#v940954_it
- Becattini C, Agnelli G. Acute treatment of venous thromboembolism. Blood 2020; 135(5):305-316.
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- Freedman JE, Loscalzo J. Arterial and venous thrombosis. In: Kasper DL, Fauci AS, Hauser SL, Longo DL, Jameson JL, Loscalzo J, eds. Harrison's Principles of Internal Medicine. 19th ed. New York, NY: McGraw-Hil; 2015:740-745.
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